General News 2011-12

Il tifoso e il cronista

09.02.2012

Durante una partita le emozioni e le sensazioni di chi guarda l'incontro come tifoso sono forti. Un fan conosce la propria squadra, gli elementi che la compongono e conosce bene pregi e difetti di ogni atleta che scende in campo. Ad un vero fan e appassionato poco importa il risultato se in campo vede giocare al massimo delle potenzialità tutta la squadra, dalle giocatrici in campo all'allenatore, alla panchina. La grinta e la passione delle giocatrici, unite alla voglia di non deludere le aspettative di chi le guarda bastano al tifoso.

Chi scrive gli articoli deve essere sempre obiettivo e riportare fedelmente ciò che succede in campo, e se si scrive per il sito ufficiale della società bisogna prestare molta attenzione a non urtare i sentimenti di giocatrici, allenatori e dirigenti, presentando sempre la squadra nel suo insieme.

Gli atleti di una squadra, a meno di impedimenti giustificati, devono dare il massimo in ogni istante di ogni partita, lavorare sodo durante gli allenamenti per migliorare costantemente le proprie prestazioni; ogni giocatore conosce bene i propri limiti, i propri pregi, la propria posizione nella squadra e le aspettative della società e dei fan. In virtù di tutto questo ogni atleta ha nell'immaginario dei propri tifosi un ruolo ben preciso, e chi più chi meno è "costretto" a dare il proprio contributo in stretta relazione al peso di tale ruolo.

Scrivo tutto questo per un semplice motivo, e cioè che nell'articolo precedente a questo, "Caduta libera", sono stato poco corretto con la società e la squadra in quanto ho utilizzato un canale e un ruolo, quello di chi deve scrivere gli articoli ufficiali, per dare un giudizio da fan; il tifoso ha prevalso sul cronista. Il vero errore a mio avviso però non è stato quello di esprimere un giudizio in modo esplicito, ma quello di aver utilizzato un canale unidirezionale, senza dare la possibilità a chi si è sentito tirato in causa di poter controbattere.

Ovviamente il mio articolo non era da intendersi come un attacco, e se questo è passato chiedo scusa. La mia voleva essere una provocazione, un modo per far arrivare alle giocatrici il pensiero dei tifosi, che conoscono le potenzialità del gruppo ma che ancora non si spiegano come mai le stesse giocatrici non riescano a metterle in atto.

Stefano Galati

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